Più informazione politica nella Rete USA: e allora?

15Jan08

Se è vero, come è vero, che c’è sempre più politica nella Rete in Usa, altrettanto vero è che occorre porre il tutto nel giusto contesto. Il recente rapporto di Pew Internet segnala la forte crescita del ricorso alle fonti online per seguire le vicende politiche e la campagna elettorale in corso. Ma ciò va forse traducendosi in maggiore partecipazione? O si tratta comunque di informazione passiva, di politica-spettacolo, di farsi belli sull’onda di YouTube e simili? Già dimenticato il flop della potenza online Howard Dean quattro anni fa? E forse ancora più al cuore della questione: i new media stanno forse facendo un lavoro migliore degli old media? Analizzano, contestualizzano, chiariscono meglio lo scenario? Nient’affatto. Old & new sono ben allineati e coinvolti nell’offerta continua di superficialità, esagerazioni, errori. Basta vedere la recente coverage delle prime tornate in Iowa e New Hampshire, centrate su poll, titoloni, “soundbytes”. Lo conferma fra l’altro oggi Counterspin, reportage radio del gruppo FAIR (Fairness and Accuracy In Reporting), equiparando in sostanza l’approccio mediatico online e offline in senso sensazionalistico e negativo. Concludendo così: «After all, it’s voters, not the news media, who are supposed to elect the next president.» In altri termini: il fatto che esista sempre più politica nella Rete vuol dire poco o nulla se non crescono qualità, profondità e accuratezza di tale informazione.