Ci mancherai. Un sacco.

30Aug07

Allora, Franco, l’hai sistemata quell’imprecisione nel pezzo su Second Life? E cerchiamo di stringere per il numero zero di VisionPost in english? Questo stavo per scriverti stamani, appena alzato, dal southwest di questa America così lontana e così vicina, avamposto della tua e della nostra attualità quotidiana eppure sempre letta, da te prima che da tutti noi, con intelligenza e distacco, con massima libertà di pensiero checché ne dicano gli altri. Eppure, Franco, cosa combini? Te ne vai via in punta di piedi, senza disturbare, con modestia e fugacità, come sempre. Magari dopo aver assaporato la tua ennesima sigaretta notturna. O dopo aver spento il Mac, inviata l’ultima email (Wed, 29 Aug 2007 21:54:43) in cui mi dicevi “accidenti a fidarsi della memoria fc”, avvisando al contempo “i tuoi ragazzi di Totem” di correggere quell’imprecisione. Ma oggi voglio ringraziarti per tutti questi anni di intelligente lavoro, e di amicizia, pur con intermittenti rapporti dentro e fuori internet. Rapporti che risalgono anzi alla preistoria della rete, soprattutto per l’Italia. Giusto l’altro giorno mi è capitata tra le mani una cassetta in cui tu partecipavi live a una trasmissione di Radio 3, più di 10 anni fa, e io al telefono, a discutere con gli ascoltatori di come fosse improponibile e assurdo pensare a leggi statali per “regolamentare” lo sviluppo di internet, nonostante gli annessi pericoli di comportamenti illegali. O altri veloci incontri dal vivo, sempre in quegli anni, in un mini-convegno sulle città digitali, nei giri de ‘Il Manifesto’ e poi tra innumerevoli scambi email, per articoli, segnalazioni, progetti. Fino a quando sono venuto a trovarti, nella “tua” redazione di Totem, il mese scorso, per fare un po’ di sano brainstorming e buttare giù progetti futuri. Dove tra una sigaretta e un post/news da sistemare al volo, mi dicevi che, si, un giro oltreoceano l’avresti fatto volentieri. Ma intanto c’era così tanto da fare, per “l’internet italiana”. Insistendo sempre a connect the dots, ad ampliare i contesti e a porsi domande. A usare la propria testa, non quella di esperti e giornalisti doc, nell’interpretare e creare il quotidiano vissuto. Espressione concreta di quel bottom-up che va ben oltre l’ambito digitale. E lavorando fino all’ultimo sul prossimo progetto, radio inclusa, un’altra delle tue passioni. Si, li porteremo avanti, quei progetti. Ma per oggi: thank you very very much, Franco. Si, ci mancherai. Un sacco.



4 Responses to “Ci mancherai. Un sacco.”

  1. caro berny ciao
    sono anni che non ci sentiamo.
    non sapevo fossi in contatto con franco, ma non me ne stupisco. franco era in contatto con molte persone “speciali”. intendo persone appassionate e forse quasi fanatiche del loro lavoro. persone che confondo la vita privata con gli interessi professionali, persone libere di mescolare le carte perche non hanno paura di perdere il mazzo.
    piu di 10 anni fa mi telefonò e mi disse: “Sei tu quella sabrina dorsi che ha fatto la tesi di laurea su colors magazine, bel lavoro ragazza!” io caddi dalla sedia. lui era il mio idolo, leggevo chip&salsa da sempre, e adoravo il suo stile. Parlava di webdesign e giudicava i siti anche dal punto di vista estetico, a quei tempi era l’unico a farlo anche se non era un grafico.
    Ma quante gare abbiamo fatto tra di noi, lavorando fino a notte fonda sullo stesso progetto e poi la mattina scoprivo che si era montato da solo in html le pagine che gli avevo mandato in photoshop, solo perche gli piaceva farlo… Magari io non riuscivo a fare tutto, e ci pensava lui. E poi mi diceva anche grazie.
    A volte Franco mi scriveva brevi commenti via email, spunti di riflessioni volanti, altre volte facevamo lunghe chiaccherate al telefono, di quelle che poi ti scotta l’orecchio.
    credo che franco si circondasse virtualmente di persone con cui riusciva ad intrattenere un fervido e nutrito rapporto intellettuale.
    grazie per questo post cosi sentito. leggerle mi ha dato il coraggio di scrivere anch’io due parole di cordoglio.


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