Altri percorsi di confronto e integrazione tra mainstream e citizen media

08Aug09

Fra gli strumenti ad hoc per seguire al meglio il mix dell’informazione online creato oggi dai mainstream media e dalla varietà di produzioni autonome, arriva ora il promettente Media Cloud, progetto del Berkman Center for Internet & Society presso la Harvard University. Cosa sarebbe? Be’, spider e algoritmi che scandagliano la Rete creando poi automaticamente degli archivi in base alle impostazioni di ciascun utente, estrapolandoli da centinaia di testate e migliaia di siti e blog, consentendo così allo stesso utente di visualizzare e analizzare tali dati.

Basta fare una prova per conoscere, ad esempio, i 10 termini più usati in testate assai diverse tra loro quali NYT, Talking Points Memo e Pajama Media: al primo posto hanno tutte “United States”, mentre poi rispettivamente troviamo Obama e Washington, Iraq e Senate, America e Canada. Volendo, si possono poi creare mappe globali ragionate, fare altri tipi di ricerche incrociate e quant’altro – per ora sono coperti solo materiali in inglese ma di ogni parte del mondo.

Media Cloud è ancora in fase iniziale e non mancano certo idee e apporti degli utenti per il suo arricchimento, senza contare che il codice è interamente open source. Come spiega in un articolo apparso un paio di giorni fa sul New York Times Yochai Benkler, co-animatore del progetto, questo fa parte degli “strumenti di prossima generazione capaci di seguire quel dice effettivamente la gente, un miglior microscopio” della conversazione online. Qualcosa di simile a quanto già fanno memetracker.org (Cornell University) o il team tutto umano del Pew Research Center.

Ci sarà sempre più da divertirsi, insomma, e da imparare – pur senza cadere nell’illusione di voler portare ordine massimo nel Web. Piuttosto, la conferma di pratiche utile e necessarie per dare maggior senso a quella commistione a livello di produzione, fruizione e business (tenendo ovviamente ben divisi i fatti da chiacchiere e congetture) che resta caposaldo inevitabile dell’odierno fluire mediatico online.

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